sabato 5 luglio 2014

Banco del Mutuo Soccorso - Come in un'ultima cena


Attorno a questa immagine ci sono due storie incredibili. Iniziamo con la prima. Eravamo ormai al quarto Lp escludendo quello inglese. Ci fu una riunione da me con Sandro Colombini i fratelli Innocenzi, Francesco e gli altri. Il rapporto tra la musica e l’immagine stava diventando prioritario anche se le case discografiche non volevano vederlo, d’altronde sulla cecità dei nostri manager dovremmo stendere un velo grande come tutta la nazione. Proposi allora di fare una cosa completamente diversa non tanto nella forma ma diversa proprio come metodologia. L’idea era di girare un film in cui le immagini commentassero la musica, non la raccontassero ma ne fossero una visione onirica una evocazione, in quegli anni non esisteva ancora il video-clip, non c’erano ancora le video cassette ne tanto meno i dvd, ma come poteva allora essere commercializzato il disco? Lo spettatore che andava a vedere quel film avrebbe pagato con il prezzo del biglietto anche il costo molto ridotto del disco, che gli sarebbe stato dato in una busta bianca visto che la copertina erano le immagini del film. Si guardarono in faccia stupefatti era troppo per loro così si ritornò sulla terra e si progettò un qualche cosa che avesse dentro dei segni forti. A nessuno se non a me sarebbe mai stato permesso di fare una immagine del genere, d’altronde ero convinto che all’uscita ci sarebbe stato uno sconquasso soprattutto da parte della Chiesa e la cosa non poteva che farci gioco, ma non ci furono reazioni ne dalla Curia ne da nessun altro. Ma qui nasce la seconda storia figlia della prima, verso la fine degli anni 70 la mia situazione lavorativa in Italia era divenuta più che difficile, tragica, nessuno mi passava più del lavoro, ero considerato , troppo celebrale, troppo difficile, poco accondiscendente a compromessi. Grazie a Nanni Ricordi conobbi l’amministratore delegato della Rolling Stones Record. Sigillai parte dello studio per non avere troppe spese mi feci prestare dei soldi dalla banca con la scusa di acquistare delle macchine, e mi trasferii da solo a New York, non ci andavo molto volentieri lasciare moglie e figlia non era cosa che mi piaceva. I primi tempi con l’aiuto di alcuni amici presi in affitto una barca di quelle stanziali al boat bease sul fiume Hudson di fronte al New Jersey, dopo un po’ mi trasferii non molto lontano da lì alla 91 West Side. Lavorando con l’etichetta dei Rolling Stones economicamente le cose migliorarono anche se il mio pensiero era sempre all’Italia. Un giorno fui chiamato in direzione e mi fecero sentire un pezzo era “Only on the top”il singolo del nuovo long playing di Mike Jagger come solista. Mi chiesero di fare un progetto. Presi l’occasione e tornai in Italia per chiedere una mano a Vanda, disegnammo la nostra proposta che portai nel viaggio di ritorno a Parigi agli studi Olimpya dove stavano registrando. Il progetto vedeva Mike sdraiato su una croce con la testa verso macchina in una prospettiva mantegnana vestito solo con un panno ai fianchi e con ai piedi delle scarpe da tennis, la croce stava ancora a terra su un crinale come sfondo le balze di Volterra. Mike stringeva nella mano un martello che picchiava con forza a cacciare un chiodo dentro al palmo dell’altra, ferma sull’asse della croce, era un’autocrocifissione. All’interno una serie di informazioni che avevo chiamato “Do it yourself” spiegavano come costruirsi i chiodi il martello la croce, gli oggetti fotografati erano tratteggiati in modo da poterli ritagliare. Il progetto fu accolto con entusiasmo. Intanto ero tornato a New York, passarono più di due mesi. Un giorno chiesi che succedeva del mio progetto, la risposta fu sconcertante: avevano sottoposto la proposta ai più grandi magazzini negli Stati Uniti e in Inghilterra la risposta era che una copertina del genere non l’avrebbero esposta, perché lesiva della moralità quindi non se ne faceva nulla. La cosa in sé non mi meravigliava più di tanto, se i punti vendita ti danno delle risposte simili l’industria che mira al profitto non poteva non tenerne conto, ma che i Rollig Stones si sottomettessero a queste regole, quando in Italia terra del Vaticano del Papa e dei cattolici, nessuno si era indignato per una immagine molto più blasfema tutto sommato, mi sembrava troppo. Ma il culmine dell’assurdità fu la ragione dello scandalo che non stava nel vilipendio religioso, ma nella moralità dell’immagine, il fatto che Mike Jagger fosse nudo con solo una piccola striscia a nascondere le sue grazie. Era finito un sogno, era finita un’epoca, almeno per me.

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