sabato 1 febbraio 2014

LE FONDAZIONI

Saltando da un sito all'altro sono incappato in quello di una fondazione, non dirò il nome perché la tematica che voglio affrontare le coinvolge un po tutte. Girando e sfogliando, ho cercato di capire che cosa sono e a che cosa servono. A quanto pare a nulla di concreto se non a esprimere un potere dove le società che le finanziano cercano di rifarsi una verginità violata dall'agire spregiudicato. Debbo dire che non ho mai capito i marchi che fanno della solidarietà una specie di muro del pianto, è come la carità, dove ce n'è molta, lì c'é altrettanta ingiustizia, ma potrebbe essere superata se queste società iniziassero ad operare con più equità, se evitassero di erigere continuamente templi al profitto, se agissero per un bene comune. Ora se si guarda poi gli organigramma di queste fondazioni, si scopre che i ruoli fondamentali sono ricoperti da personaggi altisonanti, uomini di cultura anche, ma che hanno da sempre ricoperto posti di potere, nell'editoria, nelle università. Ora da quello che posso avere capito le fondazioni un ruolo dovrebbero averlo: aprire e agevolare nuove strade dare forza a nuove iniziative. E' allora chiaro che in questo momento di grandi cambiamenti possono essere punti di riferimento, ma come potrebbe essere se a capo ci sono sempre coloro che sono stati testimoni passivi di questo sconquasso, come saranno in grado di capire riconoscere come condurre aiutare l'umanità su queste nuove vie? E' questo il momento del coraggio e non credo che uomini che si sono da sempre uniformati alle regole alle abitudini, possano agire, ma resteranno imbalsamati dentro le loro fortezze di sabbia. Potrà cambiare qualcosa? Non credo. Ogni volta che inizio una battaglia di qualsiasi genere mi trovo sempre difronte un muro di gomma. Sono sicuro che se riuscissi a parlare con questi sacerdoti della cultura della conoscenza, tutti sarebbero d'accordo con me, ma poi se ne guarderebbero bene da mutare da mettersi in discussione, sono troppo abituati a gestire la verità per osservarne la natura. E la cosa mi fa ancora più arrabbiare, vivere dell'accondiscendenza altrui o del compatimento è veramente frustrante, d'altra parte questa è la mia natura ed io continuerò come uno stupido Don Chisciotte a credere che i mulini a vento possono essere sconfitti.

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