sabato 1 febbraio 2014

UNA SCUOLA

Certo che passare la propria conoscenza agli altri è molto difficile. C'è indifferenza, c'è frustrazione, c'è paura di perdere qualcosa che si è raggiunto a fatica, per questo le scuole sono piene di coloro che non hanno da difendere nulla di tutto ciò, perché nulla hanno ereditato, nulla hanno da dare perché nulla hanno raggiunto. E comprendo che spesso ci si rassegni all'insegnamento perché affrontare la vita di petto non é facile e la scelta di rifugiarsi in qualche posto dove non si viene toccati dal precipitare degli eventi, é logica conseguenza. Ma questo crea un diaframma insormontabile tra coloro che debbono alzare lo stendardo e coloro che debbono credere che la strada indicata sia la più giusta. Il mondo avanza veloce mutando se stesso in giravolte infinite e se non si partecipa ma si rimane alla finestra è impossibile modificare il percorso che continua a muoversi. Condividere le proprie esperienze con altri non è perdere qualcosa di sé, ma invece guardare con occhi differenti ciò che diamo per scontato. Ma non solo, spesso ricchi della nostra esperienza ci sentiamo appagati, per cui nulla ci stimola, le cose diventano routine, ma nel momento in cui trovandoci con un recipiente colmo d'acqua, arriva un uomo e gli dai da bere poi un altro e un altro ancora quando la borraccia sarà vuota senti la necessità di riempirla, con un nuova fonte che tu stesso non conoscevi perché non ne avevi sentito la necessità. Comprendo anche che più che le parole sono i fatti che diventano importanti, l'esperienza condivisa ci porta a capire ad allargare la nostra visuale. I grandi maestri del rinascimento erano semplici bottegai e i loro discepoli solo garzoni, eppure osservando l'uno con l'altro hanno portato all'umanità un'eredità incommensurabile, sulle tele dei maestri lavoravano gli allievi, sulle opere degli allievi aggiungeva il suo tocco il maestro, mediante un solo credo, la gioia del fare, la gioia del crescere, la gioia che ciò che sei continuerà rielaborandosi attraverso coloro che ti sono stati accanto. La scuola non deve preparare uomini giusti per la società, ma essere lei stessa la società del futuro.

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