Il malato non è un cittadino di serie B e deve per prima cosa essere curato con il cuore e tutto l’amore possibile, con la gioia e la leggerezza che troppo spesso questa società ha dimenticato. D’altra parte deve essere riconosciuto agli operatori sanitari il valore straordinario del loro lavoro, un riacquistare la consapevolezza che arricchisca la volontà di appartenenza ad un ruolo morale, oltre che professionale. E’ per questo che ho proposto la pubblicazione di un libro fotografico e una mostra permanente che occupi per intera la struttura ospedaliera del San Paolo, illustrando con gioia, serenità e amore la vita che scorre tra le corsie. Senza retorica raccontare con le immagini prodotte in un anno di permanenza tra le mura dell’ospedale, la dedizione, la dolcezza ma anche la normalità fatta di emozioni, di paure, e in fondo anche di gioie. Saranno tutte immagini fotografiche che raccontano la parte più umana del rapporto tra paziente e operatore. Un raccontare che vada oltre la malattia, che mostri uomini e donne che aiutandosi lottino insieme con la speranza di una vita migliore, mai domi mai sconfitti.
Erano anni che non tenevo più in mano una macchina fotografica, non sono mai stato un maniaco della fotografia; a lei mi sono rivolto come alla scrittura o alla macchina da presa all’occorrenza, quando necessitava al fine delle cose che avevo da dire. Sta di fatto che la prima verifica fatta sul campo mi ha ancora più convinto della scelta; sarà per me una grande esperienza umana.
Uso una piccolissima Canon digitale e con questa mi aggiro cercando di essere "trasparente", anche se, visto il mio fisico, è cosa ardua, per fermare più che le immagini, l’impalpabile, non mi interessa la straordinarietà, ma la magia del nulla, del normale, del quotidiano, del semplice. La generosità non ci sorprenderà più quando diventerà normalità, perché non devono esistere confini tra malati e sani ne barriere tra medici e pazienti, né fossati tra infermieri e degenti. Solo quando l’altruismo non sarà più cosa da osservare con ammirazione avremo rotto gli argini della paura e potremo accogliere la vita, qualsiasi cosa ci riservi, con amore.
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