mercoledì 24 settembre 2014

Ritratti - Lino Cannavacciuolo


Ho sempre amato Napoli e i napoletani, le immagini più interessanti le ho fatte all'interno di quel mondo. Cannavacciuolo è stato un incontro incredibile, sentirlo suonare era come rivedere Paganini. Di grande simpatia e dal grande cuore ho passato con lui delle giornate magnifiche. 
Qui siamo allʼinterno dei quartieri Spagnoli a Napoli.

giovedì 18 settembre 2014

domenica 14 settembre 2014

Ritratti - Formula 3


La Formula 3 l’ho sempre considerata di gran lunga la più forte delle band da un punto di vista tecnico musicale, Alberto Radius ancora oggi trovo sia uno straordinario chitarrista.
La prima foto l’ho fatta in studio quando lavoravo con Rocco Mancino, non conoscevo ancora Vanda.



Queste due sono state fatte nello studio che avevo in viale Montenero. Le successive invece vennero fatte in occasione del secondo album da solista in casa di Alberto








mercoledì 10 settembre 2014

domenica 7 settembre 2014

Formula 3 - La folle corsa


Dovevo completare il servizio e anche se le foto che mi occorrevano le avevo già, andai ad un loro concerto. Fare le foto dal vivo non mi è mai piaciuto come non è mai piaciuto andare ai concerti. Al locale mi trovai un muro di gente, stavano tutti in fila, superato lo sbarramento entrai ma era impossibile avvicinarsi al palco l’affollamento era tale che non riuscivo a tirar fuori la macchina fotografica dalla borsa, non feci neppure uno scatto, però il loro concerto fu straordinario.
Dopo aver fatto rottamare il camioncino 850, giravamo con la macchina della sorella di Vanda, ma c’era sempre la complicazione che dovevamo andarla a prendere e riportarla lontano da casa nostra. Alberto Radius allora si offrì di aiutarci, un suo amico aveva un salone di auto di seconda mano sulla strada che da piazzale Corvetto andava a San Donato. Sapendo della nostra poca scaltrezza ci accompagnò al deposito. Ce n’erano di ogni tipo e di ogni cilindrata, ma fummo affascinati da una vecchia Appia della Lancia grigio chiara. Aveva una forma tondeggiante, le porte si aprivano contro vento davanti e dietro come fosse un portone di casa, costava duecento mila lire che noi non avevamo. Senza problemi Alberto pagò per conto nostro dicendo che avremmo trovato il modo. Per l’assicurazione c’era un giovanotto soprannominato il Califfo per via dell’aspetto, anni prima era stato l’autista della Formula 3 nella tournè con Battisti ed era con il tempo diventato l’amico di tutti alla Numero Uno e da Arlati. Per chi non lo sapesse Arlati era un ritrovo, un ristorante in fondo a viale Zara dove si poteva suonare, cantare. Sul piccolo palco che stava nella tavernetta del ristorante, ci si poteva vedere da Radius a Fossati da Lavezzi a Pappalardo da Ricki Maiocchi a Franco Mussida, il meglio della musica, incrociare le voci e gli strumenti. Ritornando al Califfo ogni volta che avevi bisogno di un aiuto di qualsiasi genere lui arrivava. Aveva messo su una specie di agenzia a cui tutti si rivolgevano, così a rate pagammo l’assicurazione. Passarono gli anni ma noi continuavamo a vivere al limite, cercai di ricambiare con delle foto, anche se Alberto non mi ha mai chiesto nulla, ma mi sentivo in imbarazzo tanto che il giorno che gli ricordai che gli dovevo dei soldi disse che non rammentava e comunque le mie immagini lo stavano ripagando abbondantemente. 
Siamo sempre stati ricchi di amici.

mercoledì 3 settembre 2014

lunedì 1 settembre 2014

Enzo Avitabile - Avitabile


Ho sempre amato Napoli e i napoletani non per ragioni folcloristiche, ma per ragioni contenutistiche. Napoli è la musica, la creatività fine a sé stessa, non lo so perché e in fondo non mi interessa, quello che posso dire é che rispetto alle altre città è quella che più di tutte ha vissuto le contaminazioni culturali. Una prova tangibile di quello che stiamo dicendo è Pino Daniele, la lingua che usa è un misto di dialetto napoletano con un inglese strampalato, è James Senese, un jazzman scuro napoletano verace. Tutto questo deriva dalla continua presenza sul territorio di altre etnie, che hanno portato a mischiare la propria cultura musicale con quella partenopea. 
Volevo mettere in risalto il confronto tra due mondi, la serietà professionale con la leggerezza della vita, é come se la copertina parlasse e dicesse : “Ma non te la tirare, é tutto un gioco”. La musica vive anche nelle pause, nei momenti in cui ti arrendi alla stupidità del nulla.