lunedì 28 aprile 2014

La poesia visiva

L'emarginazione

L’emarginazione è per la maggior parte delle volte figlia della diversità, di quella diversità che mostra gli individui unici nella loro natura, non omologabili e quindi di difficile catalogazione. Se provaste ad andare da un editore da un produttore cinematografico da un gallerista e in fondo da qualsiasi datore di lavoro, tutti ti chiederanno a quale gruppo appartieni a quale corrente o quale mansione hai, se il tuo prodotto è catalogabile in quel settore o in quell’altro e se rispondi che non lo sai, è solo un libro è solo un quadro è solo un film o sei solo una persona, ti guarderanno con sospetto, perchè non sanno dove collocarti in quale scaffale inserirti, per cui non vedono la possibilità di darti uno spazio. Questa società ha assunto delle velocità tale dove diventa prioritario capire con un solo sguardo chi sei cosa fai a quale tribù appartieni, non si può perdere tempo, non perchè il tempo in sè è prezioso no! Perchè invece il tempo è denaro, costi e profitti. Quindi coloro che non sono catalogabili rimangono chiusi in un recinto distanti dagli altri, dopo tutti questi anni continuo a stare in questo recinto.

La casa - Parte 44

domenica 27 aprile 2014

Gian Piero Reverberi - Timer


Musicista raffinato e uno dei più importanti arrangiatori italiani, sue sono le orchestrazioni dei dischi di Battisti, fece questo disco dove rileggendoli in chiave ritmica, rivisitava gli autori classici da Beethoven a Mozart. La copertina fu il frutto della combinazione tra il reale e l’evocativo. Gianpiero fu fotografato in studio mentre la stanza fu ricostruita con l’areografo, alle orecchie sono state aggiunte delle cuffie ottenute dalla gestione grafica di due piedi, dietro la finestra mentre sta azionando l’esplosione c’è Alice. 
La Pausa era una società con sede a Los Angeles, creata da Casetta con un socio americano, avevano già prodotta la collana di jazz “Meets”, editato il padre di Coppola per la colonna sonora del Padrino e stavano costruendo a Carimate la Stones Castle Studios, ora avevano deciso di lanciare il disco di Reverberi negli Stati Uniti.  per questo mi proposero di girare un film promozionale della durata di una ventina di minuti che mostrasse al mercato americano, il Castello e le sale d’incisione, utilizzando come filo conduttore la musica di Gianpiero. Incominciai a ragionare con Gianfranco Manfredi per la sceneggiatura, il rischio era di diventare stucchevoli, quindi pensammo di porci rispetto le melodie melense in contrapposizione prendere la strada dell’assurdo. In effetti il nostro era sì un ragionamento corretto ma che non teneva conto degli americani o per meglio dire che cosa il suo pubblico si aspettasse dall’Italia. Tutto questo lo scoprii anni dopo durante la mia permanenza negli Stati Uniti. Cercammo una casa di produzione che fosse in grado di fare un preventivo e di mettere in piedi un set, c’era un vecchio amico di Gianfranco, Marco de Poli aiuto dei fratelli Taviani, era salito agli onori delle cronache per via di un giornaletto studentesco pubblicato dal Parini “La zanzara”, caratterialmente non era certo l’uomo giusto per un film del genere, ma ci capiva di cineprese molto meglio di noi, chiamammo poi un gruppo di attori provenienti dal teatro gestuale del CRT. In quel film succedeva di tutto da un duello tra mafiosi durante una ricostruzione fantasiosa dell’ultima cena di Leonardo, alla danza di un uomo in tutu con tanto di barba baffi e rossetto, alla distruzione di un televisore davanti una famiglia i cui volti erano nascosti dietro alle maschere antigas. Montai il film a Roma giusto in tempo per partire per Los Angeles, ma prima di andare fu mostrato a Reverberi il quale si ritenne profondamente offeso da quella pellicola. Certo i tratti erano forti, ma anticipavano quello che poi sarebbero stati i video-clip, era il 1976. Comunque mostrandolo agli americani rimasero interdetti, avrebbero voluto vedere più romanticismo, insomma volevano delle belle sviolinate. Non fu usato ne mostrato anche se un giorno un mio caro amico che lavorava come produttore cinematografico presso l’ONU se lo fece spedire da Milano attraverso le valige diplomatiche e lo mostrò all’assemblea con presente il segretario quel Kurt Waldheim tanto discusso per far vedere che la creatività italiana era andata oltre la retorica. Fu una grande sorpresa per me.




La ricerca

martedì 22 aprile 2014

La casa - Parte 40

VANDA

Oggi è una giornata strana, molto particolare Vanda ieri sera è andata a Milano perché domani deve farsi operare, niente di particolare comunque sempre un intervento con anestesia totale. Sono agitato anche se non dovrei ma che debbo fare è così, lei è così parte di me che qualsiasi cosa le succede come in simbiosi l'avverto anch'io. Non riesco a stare fermo così scrivo, mi riprendo in uno dei miei mille sproloqui con i quali vi ammorbo ogni tanto, mi sono persino rammendato le calze. Sul ramo sono una vera autorità uso l'uovo che infilo nel calzino così da poter vedere meglio il buco, la grande sofferenza è infilare l'ago è così piccolo e io ci vedo così poco, comunque dopo una decina di minuti e una ventina di tentativi il filo scorre nella cruna. Continuo a vedermela con il suo pigiamino infilata in uno di quei letti fatti con poca leggerezza ma molta prosopopea. Lei è tranquilla almeno così mi dice al telefono, cerco di resistere a non chiamarla perché disturberemmo i vicini. Non so se dormirò stanotte.

sabato 19 aprile 2014

Gli artigiani di Michelangelo


Quando arrivai a Pietrasanta tre anni fa non sapevo nulla di questa storia, non sapevo ad esempio che senza la presenza degli artigiani molti dei nomi altisonanti della scultura non avrebbero mai potuto mostrare le loro opere. Qui esiste un mondo straordinario direi fantastico di uomini e donne che silenziosamente danno la vita al 90% delle sculture che vediamo esposte in ogni parte del mondo. Parlo di marmo e bronzo senza dimenticare i mosaicisti o gli intarsiatori insomma qui esiste il punto più alto dell'artigianato. Ma la cosa che più mi ha colpito è l'estrema umiltà, la naturalezza con la quale parlano del loro lavoro. Mi è capitato di sapere che la pavimentazione della stanza ovale del presidente degli Stati Uniti come la sala del trono del castello di Windsor qui è stata fatta. la pavimentazione di Notre Dame sempre da questi straordinari artigiani è stata costruita e potrei andare avanti a non finire. 
Durante l'estate del 2012 tra le strade di Pietrasanta in più punti abbiamo proiettato sui muri delle case 18 differenti proiezioni. Questo docufilm sunto di tutte le proiezioni, di taglio più che descrittivo poetico, è il prodotto ottenuto con l'aiuto e la collaborazione di 15 giovani del territorio.





mercoledì 16 aprile 2014

lunedì 14 aprile 2014

La casa - Parte 33

L'albero


Oggi tutto è finito le coscienze si sono acquietate le lacrime si sono asciugate, rimane la solitudine nei cuori di coloro che orfani rimangono ancorati ai ricordi. La funzione della dimenticanza inizia a dare i suoi effetti, le incombenze si sovrappongono all’angoscia del buio, non si può vivere nell’oscurità, l’istinto ci spinge a dipanare lo sguardo cercando la luce, ma quella luce non fà che cancellare in noi quelle tinteggiature che la storia insistentemente vorrebbe lasciarci. In una specie di sacra funzione vorremmo dimenticare la vita degli altri per poter affermare che la nostra continua, ma non è così. E’ come se un albero temesse di fermare la crescita solo perchè una foglia si è staccata dal suo ramo.

Non dobbiamo dimenticare che siamo la fronda di una quercia in cima alla collina e che faremo sopravvivere l’albero solo non dimenticando ciò che ogni arbusto ogni pistillo ha cercato d’infondere alla terra che lo circonda.

domenica 13 aprile 2014

La casa - Parte 32

F.lli La Bionda - Ogni volta che tu te ne vai


Li conoscevo da tanto, uno frequentava la mia stessa scuola, la sua fama in tutto l’istituto era dovuta al fatto che prendeva sempre dieci nei temi, era una leggenda, l’altro invece suonava la chitarra solista in un gruppo di studenti per i quali ho scritto dei testi. Anni dopo vennero all’inaugurazione della mostra “Lucio tra gli altri”, mi fecero un mare di complimenti ma la cosa che più mi ha colpito è quando mi dissero: “Guardando le foto che hai fatto, abbiamo capito quale fosse il tuo mistero, hai sempre cercato di mostrare quell’angelo che era dentro di noi”
Non so se è vero, ma mi piace crederlo.


sabato 5 aprile 2014

La casa - Parte 25

Alberto Radius - Radius


Tra il progetto e la realizzazione esiste sempre una differenza, mi succedeva a volte a servizio concluso di ripensarci, non esserne contento, addirittura di rifare il lavoro da capo, questo avvenne per la prima copertina per il BMS e anche per questa di Radius. Vanda in quel periodo collaborava con Franco Marabelli, insieme avevano fatto i disegni per la copertina di Pappalardo centauro e in quel periodo stavano allestendo le vetrine delle boutique di proprietà dell’Equipe, per arredarle avevano recuperato in una discarica due frigoriferi. Dipinti con colori fluorescenti, uno lo avevano esposto nel punto vendita che stava sui Navigli, l’altro lo usammo per questa foto. L’impostazione che aveva dato Franco era estremamente curata, Radius seduto ai piedi del frigorifero era circondato da fiori e frutta in una rappresentazione barocca, un Bacco gaudiente allo stremo del suo ennesimo baccanale, ma non era quello il mondo che volevo raccontare, volevo un’immagine forte di rabbia verso il consumismo, il rock è il grido di una protesta verso la società verso le consuetudine. Così dopo qualche giorno richiamai Alberto, questa volta aperto il frigorifero tolsi i ripiani in modo da poterlo fare sedere all’interno, poi gli lanciai addosso di tutto e scattai,  Radius comprese lo spirito e partecipò convinto. Non potete immaginare che cosa raccogliemmo tutto attorno. Vanda aggiungendo alla copertina questa scritta la completò. Il frigorifero l’ho gettato dopo che per anni era stata una libreria di fortuna, fu necessario, lasciando lo studio non avevo dove metterlo. Lo so che molti collezionisti avrebbero fatto carte false per averlo, ma quando sparsi la voce che stavo per andarmene, proposi di trasformare quel posto in un luogo che testimoniasse gli eventi le storie di un periodo glorioso per la musica, ma non si fece vivo nessuno, quindi.