L’emarginazione è per la maggior parte delle volte figlia della diversità, di quella diversità che mostra gli individui unici nella loro natura, non omologabili e quindi di difficile catalogazione. Se provaste ad andare da un editore da un produttore cinematografico da un gallerista e in fondo da qualsiasi datore di lavoro, tutti ti chiederanno a quale gruppo appartieni a quale corrente o quale mansione hai, se il tuo prodotto è catalogabile in quel settore o in quell’altro e se rispondi che non lo sai, è solo un libro è solo un quadro è solo un film o sei solo una persona, ti guarderanno con sospetto, perchè non sanno dove collocarti in quale scaffale inserirti, per cui non vedono la possibilità di darti uno spazio. Questa società ha assunto delle velocità tale dove diventa prioritario capire con un solo sguardo chi sei cosa fai a quale tribù appartieni, non si può perdere tempo, non perchè il tempo in sè è prezioso no! Perchè invece il tempo è denaro, costi e profitti. Quindi coloro che non sono catalogabili rimangono chiusi in un recinto distanti dagli altri, dopo tutti questi anni continuo a stare in questo recinto.
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