Ogni martedì scendevo alla RCA a Roma, prendevo il vagone letto la sera di lunedì per ritornare il giorno stesso a Milano. Questi incontri servivano a studiare le strategie da usare per i nuovi dischi, erano riunioni dove si parlava di tutto, fu così che mi si chiese di mettere su un evento, uno spettacolo, con Fossati, Anna Oxa e Sangiuliano. Era difficile mettere mondi diversi insieme, non sempre il risultato è la somma spesso anzi sovrapponendosi si soffocano, poi montare una macchina teatrale che non sia il solito recital presupponeva una maturità che ancora non c’era. Mi sarebbe piaciuto rompere gli schemi, affrontare questa sfida che già anni prima con la performance per il lancio dell’etichetta “Ultima spiaggia” avevo sostenuto con Manfredi e Amadori, ma era troppo presto e ancora oggi è presto, non tanto da parte del pubblico assetato di nuove proposte, ma da parte degli artisti, troppo presi dal proprio ego, non disposti ad essere solo parte della macchina teatrale e non tutta la macchina teatrale. Questo argomento credo con il tempo metterà in seria difficoltà i musicisti nella progettazione per esempio di un dvd che non sia solo la solita registrazione del loro concerto, ma che veda la creazione di un prodotto più maturo, frutto di un lavoro dove la musica è parte, ma non tutto dove le immagini siano parte, ma non tutto, dove la possibilità data all’utente di intervenire sia fondamentale.
venerdì 11 luglio 2014
Sangiuliano - Take off
Ogni martedì scendevo alla RCA a Roma, prendevo il vagone letto la sera di lunedì per ritornare il giorno stesso a Milano. Questi incontri servivano a studiare le strategie da usare per i nuovi dischi, erano riunioni dove si parlava di tutto, fu così che mi si chiese di mettere su un evento, uno spettacolo, con Fossati, Anna Oxa e Sangiuliano. Era difficile mettere mondi diversi insieme, non sempre il risultato è la somma spesso anzi sovrapponendosi si soffocano, poi montare una macchina teatrale che non sia il solito recital presupponeva una maturità che ancora non c’era. Mi sarebbe piaciuto rompere gli schemi, affrontare questa sfida che già anni prima con la performance per il lancio dell’etichetta “Ultima spiaggia” avevo sostenuto con Manfredi e Amadori, ma era troppo presto e ancora oggi è presto, non tanto da parte del pubblico assetato di nuove proposte, ma da parte degli artisti, troppo presi dal proprio ego, non disposti ad essere solo parte della macchina teatrale e non tutta la macchina teatrale. Questo argomento credo con il tempo metterà in seria difficoltà i musicisti nella progettazione per esempio di un dvd che non sia solo la solita registrazione del loro concerto, ma che veda la creazione di un prodotto più maturo, frutto di un lavoro dove la musica è parte, ma non tutto dove le immagini siano parte, ma non tutto, dove la possibilità data all’utente di intervenire sia fondamentale.
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