di Alice e Cesare Montalbetti
Prendo spunto per iniziare questo pezzo da una poesia di mio padre… dice a grandi linee così: se i padri amano i loro figli e i figli dei figli amano i loro figli chi amerà i padri?... prendetela con le pinze perché non recita esattamente così, ma il senso lo si capisce lo stesso!
Duro lavoro quello dei padri… loro non hanno nove mesi per abituarsi alla nostra presenza, non hanno il cordone ombelicale attaccato al nostro e non sentono le spinte che ci fanno uscire alla luce del sole.
Vengono spesso messi da parte!
Dall'inizio alla fine… assumono a volte un ruolo secondario!
Io il mio l'ho conosciuto fin dai miei primi passi, passi che mi portavano sempre davanti a quell'obbiettivo!
"Alice spostati, spostati da li!" Non ero egocentrica semplicemente volevo guardarlo con amore, scrutare quegli enormi occhioni neri, e quei suoi occhi erano quell'obbiettivo! Erano celati dietro quella macchina fotografica, e quello era l'unico modo per poterli osservare, starci davanti.
Io il mio ho imparato ad accettarlo, dentro quella camera, scura, illuminata solo da una lucetta rossa… con le mani dentro quelle vasche e l'odore acre degli acidi mentre andava su e giù, a destra e a sinistra finché non appariva un'immagine, l'immagine!
Quella cercata per ore, ore di sonno perso!
Quella che avrebbe reso la musica non solo qualcosa da ascoltare ma anche e soprattutto da osservare!
Lo ricordo dentro quella stanza… che costruiva per me la casetta dei puffi che babbo natale mi avrebbe portato a giorni! Lo ricordo quando scendeva le scale prima di me la mattina di natale per accendere le candeline e illuminare il percorso verso l'albero!
Lo ricordo quando per una settimana intera si preparava all'allestimento del presepe, perché doveva essere perfetto, l'angelo doveva essere illuminato ad arte! Ricordo quando cantava, con quella voce profonda e quando prendeva mia mamma tra le braccia e nonostante la sua stazza la faceva ballare con tanta eleganza e grande senso del ritmo!
Se voi non avete mai accarezzato i suoi capelli poi non potete avere idea di cosa sia l'eleganza di un ricciolo!
Ora non so se questo sia amore, ditemelo voi!
È il primo uomo che incontri nella tua vita, se sei donna, e l'unico che mai ti deluderà davvero!
Il primo grazie a cui impari l'arte dello scontro, impari la gelosia amorevole, impari che il tempo è prezioso… quindi se ti dice alle 23 a casa… primo alle 23.10 viene a cercarti..secondo non contrattare perché è inutile, corri fuori perché se stai lì a discutere con lui perdi i pochi minuti che hai per andare a divertirti!
E poi, ultima cosa… mai dimenticarsi dei loro compleanni, onomastici o feste varie… il paragone con mamma è inevitabile. Quindi piuttosto dimenticatevi ogni tanto della festa della mamma e andate a sussurrare all'orecchio di papà: visto, lo sapevo che lo dimenticavo e ora come posso rimediare? Consigli?
Sarebbe pure capace di rispondervi, nonostante la "pizza" fatta l'anno prima per esserti dimenticata il suo onomastico: capita, vedrai che mamma capirà!
Al Papà!
Che sia alto
oppure basso,
che sia magro oppure grasso,
che sia brutto oppure bello,
molto arguto o picchiatello
non importa e sai perché?
Per me è grande come un RE!
Lui è stato, è e sarà
ora e sempre il mio Papà.
Link originale: http://www.unaqualunque.it/a/3109/l%27oblo-di-alice-montalbetti.aspx
Leggo dalle terme di villach www.warmbaderhof.com
RispondiElimina