giovedì 12 dicembre 2013

Lucio Battisti - Umanamente uomo: il sogno


L’ingenuità e la mancanza di esperienza unita anche a uno buona dose di cialtroneria, erano gli ingredienti con i quali affrontavamo il nostro lavoro. Si partiva da un’idea senza scendere nei dettagli da lì si proseguiva per arrivare alla costruzione di tutta l’operazione. Volevamo riuscire a creare il clima per una cerimonia tribale dove il fuoco fosse il simbolo del cambiamento. Trovato il luogo dove scattare, ci si dette appuntamento tutti quanti. Caricammo un camioncino di mobili vecchi da buttare, non ho mai saputo da dove arrivasse tutta quella roba, avevo dato incarico ad un conoscente uno che si arrangiava diciamo così e non volle nulla tranne un paio di pasti nella trattoria dei miei suoceri. Si giunse verso mezzo pomeriggio in una radura nella campagna della Brianza, si scaricò ogni cosa ci si preparò per bene e senza perdere troppo tempo si accese il fuoco. Nessuno immaginava che le fiamme si alzassero così tanto da mettere in allerta i contadini che stavano nei campi vicini e i pompieri del paese. Intanto io cercavo di scattare, ma il calore era così forte che nessuno riusciva ad avvicinarsi così dovetti allargare l’inquadratura togliendo grinta all’immagine. Mentre cercavo di convincere tutti a stare più vicini, arrivarono muniti di forconi e grandi teli un gruppo di contadini seguiti appresso da una macchina dei pompieri. Fummo presi a male parole occorreva chiedere il permesso alle autorità e al proprietario del terreno, ed avere inoltre la presenza di un nucleo di vigili del fuoco. 
Per fortuna Lucio era del posto, molti lo riconobbero e dopo una romanzina con cazziata finale ci lasciarono terminare, anche se ormai la fiamma era diventata così leggera da sembrare un fuocherello per barbecue.


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