domenica 10 agosto 2014

Canzoniere del Lazio - Morra


L’anno dopo si ripresentarono per fare la nuova copertina. Alla trattoria Adriatica circolavano sempre dei personaggi strani alcuni inquietanti altri divertenti e altri ancora spaesati. Ogni tanto nella trattoria un cameriere non più giovane serviva ai tavoli con grande eleganza, si chiamava Carlino e vedere tutta quella cura in un’osteria frequentata per la maggior parte da muratori, travestiti e contrabbandieri, non era cosa comune. Carlino era stato negli anni cinquanta titolare di una delle più importanti gioiellerie sotto la Galleria Vittorio Emanuele, s’era giocato tutto e di più alla roulette, il suo comportamento aveva costretto la direzione di tutti i Casinò conosciuti, Cannes, Sanremo, Campione, Venezia, a vietargli l’accesso, era saltato su un tavolo da gioco e aveva preso a calci le fiches. Per sbarcare il lunario si faceva intestare le auto e i camion che i contrabbandieri usavano, anche senza avere la patente, così quando lo prendevano al giudice dichiarava che non avendo la patente non ne sapeva nulla dicendosi innocente, alla fine si faceva tre mesi e poi era fuori. In questi suoi entrare e uscire dal carcere aveva conosciuto Alfredo, uomo dalla straordinario eleganza di vita, contrabbandiere più per noia che per bisogno. Alfredo aveva due passioni il gioco e una delle sorelle Spinello, così quando Carlino non aveva dove andare e non aveva da che mantenersi l’Alfredo, diventato suo grande amico e finanziatore, lo portava dalla mamma Gemma che se lo teneva. Certo il richiamo del tavolo da gioco era forte, così poteva capitare che i due assieme a De Sica e Tony Del Monaco facessero quella che allora si chiamava zingarata, un giro senza sosta dei quattro Casinò e solo grazie l’autorevolezza del grande regista che al Carlino era concesso di entrare. Oltre a lui c’era un vecchio che invece lavorava come lavapiatti curvo e al completo servizio di mamma Gemma, aveva un’età indefinibile e due mani enormi, Antonio questo era il suo nome era di una mitezza incredibile, stava in una casa lì vicino. Un giorno che non stava bene lo accompagnai e vidi dove viveva, un’unica stanza con una finestra e il bagno sul pianerottolo in comune con altri. La miseria e la solitudine erano così presenti da farti uscire la rabbia, la rabbia per coloro che parlano della nostalgia dei tempi passati, parlano della semplicità, stando al caldo e riparati dalle difficoltà da una vita dura e poco romantica, così decisi che avrei in qualche modo mostrato quel mondo fotografandola e usandola per la copertina del Canzoniere a prescindere dal contenuto del disco, perchè quello facevo, usavo la musica per parlare, per mostrare, per provocare.

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