sabato 15 marzo 2014

Charles Aznavour - Il bosco e la riva


Avevamo da pochissimo tempo lo studio e giravamo ancora con il camioncino 850 che ci aveva accompagnato nei nostri vagabondaggi europei. Ci chiamarono chiedendoci di andare a Forte dei Marmi per fare delle foto ad Aznavour. L’artista francese si sarebbe esibito alla Capannina, locale storico di quegli anni, e la Ricordi stava per uscire con un nuovo disco. Partimmo all’alba, guidava Vanda anche perché io non avevo la patente, è la pigrizia che mi ha sempre convinto a non farla. La giornata era uggiosa, arrivammo che era mattina presto, ma dovemmo aspettare fino al primo pomeriggio per vedere Aznavour; non era ben disposto, ma sono sempre stato un mastino ed il fatto che lui fosse una stella internazionale non mi toccava per niente. Riuscii a portarlo in spiaggia e lo tormentai di foto. Poi dovendo aspettare, ci sdraiammo a riposare nel nostro camioncino dove ancora era rimasto impiantato un bel letto. La sera ci presentammo all’entrata ma volevano che pagassimo il biglietto, non avevamo un rimborso spese per cui avevo deciso che le foto fatte erano sufficienti, ma mentre stavo andandomene, fui inseguito dal capo ufficio stampa della Ricordi che ci fece entrare dal retro. Nei camerini dei musicisti c’era di tutto frutta dolci e non avendo ancora consumato un pasto decente arraffammo il possibile. Ci sentivamo fuori luogo, si respirava un’aria da Via Veneto ultima fermata però la voce di Aznavour era straordinaria, commovente, questo piccolo uomo arrampicato su uno sgabello emanava la sua arte nonostante il pubblico fosse presente solo per esserci. Feci pochi scatti e prima che finisse ce ne andammo. 
Le foto furono sviluppate con vigore aumentando i contrasti e virando l’immagine in blu, credo che questa sia stata una delle prime copertine in cui Vanda fosse intervenuta colorando alcune parti con i pastelli. 


Uno dei grandi problemi che incontrammo nel rapporto con le case discografiche fu la valutazione economica del nostro lavoro. I servizi fotografici anche se venivano commissionati dai discografici parte di essi potevano essere venduti alle testate giornalistiche, ma le immagini che noi facevamo erano studiate appositamente per la realizzazione delle copertine, inoltre alcune delle case discografiche come la Ricordi o la RCA all’inizio utilizzavano i loro uffici grafici interni per cui nonostante noi facessimo per intero il lavoro il compenso era modesto, inoltre i manager dell’industria discografica erano poco sensibili all’importanza dell’immagine.

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