lunedì 20 gennaio 2014
I registi pubblicitari
Il periodo durante il quale ho lavorato per il mondo pubblicitario è stato per me formidabile, ho appreso cose che non conoscevo e ho potuto sperimentare cose che non avrei mai potuto fare in altri ambiti. Per me è stata una grande scuola, sicuramente più coerente del mondo dell'arte, è chiaro senza veli senza banalità ma ricca di grande professionalità, crea le illusioni delle immagini, per vendere un prodotto, segue le regole del mercato, la tragedia che la medesima cosa succede nell'arte crea prodotti vendibili. Se incontri un gallerista o un critico d'arte quello di dirà che è necessario che tu sia visibile che il tuo segno sia riconoscibile che esca, è la medesima cosa che ti chiede l'account o il direttore creativo o il producer ma lì è comprensibile, ma che cazzo centra con la creatività pura con il compito primario dell'artista, che senso avrebbe nella società, abbellire le pareti? Diventare oggetto di scambio per investitori? O quello di essere un anima attenta e guardinga della società capace di mostrarci la realtà da un altro punto di vista, capace di aiutarci a comprendere le vicissitudini umane?. Ora bisogna però fare un passo avanti perchè se la pubblicità è la bella calligrafia il giusto uso della sintassi, per essere incisivi per essere creativi, per essere uomini che operano nel mondo incidendone il percorso, occorre colmare il bellissimo vaso con dei contenuti. I registi pubblicitari nella maggior parte delle volte credono che avendo imparato la lezioncina sia sufficiente per essere consacrati al mondo dell'immagine. Fanno il grande salto ( in fondo amano più il ruolo che l'essenza del loro agire) e arrivano al cinema quello con la c maiuscola quello in cui c'è tutto fuor che creatività perchè imbrigliati da impegni economici enormi e non hanno la consapevolezza che la scuola da cui vengono gli permetterebbe di affrontare formule creative diverse con tempi diversi, ma non amano ciò che fanno amano ciò che vogliono diventare. Non solo ma nella maggior parte dei casi poi s'attorcigliano su storie raccontate milioni di volte. Scrivono continuamente lo stesso libro. Aggiungiamo poi che il mezzo sta logorandosi e per salvarlo sono costretti a costruire film pieni di effetti, ma non è un male d'altra parte le sale cinematografiche sono nate nei luna park. Eppure una nuova strada per rivitalizzare quel mondo immaginario esiste. Ma certo non basta cambiare supporto per cambiare il contenuto ne è sufficiente mettere semplicemente il contenuto in nuovi supporti, occorre invece cambiarne il linguaggio la grammatica. I video libri ad esempio oggi come oggi sono semplicemente dei testi acquisibili su strutture elettroniche, ma non è questa la strada da affrontare è ben altra.
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