domenica 26 gennaio 2014

Venegoni & Co. - Rumore rosso


La collaborazione con la Al.Sa, l’agenzia pubblicitaria che gestiva la Cramps, fu un’esperienza strana per la metodologia, per la difficoltà di ottenere delle risposte concrete e per il fatto che non mi era chiesto di svolgere il lavoro che conoscevo ma un altro di cui non sapevo nulla: il consulente creativo. La prima riunione fu quanto mai bizzarra, una specie di primo giorno di scuola, servì solo a conoscersi a guardarsi in faccia. La volta successiva si lavorò sulla creatività comunicativa da proporre per una catena di grandi magazzini, low cost si direbbe oggi, “L’Onestà”, un marchio molto noto negli anni sessanta settanta. Da allora ci furono una serie di incontri su varie aziende come le ceramiche “Iris”, la “Polistil” che del modellismo aveva fatto un business o le poltrone della “Busnelli”. Ma la cosa non mi si calzava, chiesi allora di lavorare solo su ciò che mi riguardava più da vicino, la Cramps. 
Mi vedevo con Gianni il sabato mattina parlavamo di ciò che c’era da fare poi il sabato successivo mostravo i risultati.
Succedeva a volte che la mattina presto prima delle otto mi telefonasse a casa, era lì sotto si andava assieme a bere un caffè al bar vicino. Quella era l’unica occasione in cui parlava con foga, come un fiume in piena, altrimenti era una sfinge. Nella vita ho avuto molti maestri, ognuno per ogni tratto del mio percorso, in quel periodo è stato lui.


Quando guardo il retro di questa copertina a prima botta mi confondo sempre e penso che la persona che è davanti sia uno dei componenti del gruppo, in realtà sono i due alle sue spalle, mentre non so minimamente chi sia. Si sarà mai visto ritratto su questa immagine? 

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