martedì 4 febbraio 2014
Brainstorm
Sono passati ben 24 anni dall’evento denominato “Brainstorm” scontro di cervelli una definizione altisonante, allora debbo dire che mi era sembrata eccessiva, ma eravamo in tre a decidere Bolelli, Bifo ed io e mi ritrovai in minoranza. Fu una giornata strana assolutamente irripetibile, un po' per la collocazione, la sala napoleonica di Brera, un po' per la scenografia voluta da Vanda: un’accozzaglia di poltrone sedie sgabelli di ogni genere messi senza un ordine stabilito dentro un ipotetico cerchio. Non esisteva un ordine del giorno, non esisteva una lista di oratori ne tempi nè tanto meno una scaletta, era una valvola di sfogo dove ognuno si alzava diceva il suo nome a volte neppure quello ed esprimeva il suo punto di vista, una grande seduta analitica dove raccontare le proprie gioie, desideri, frustrazioni. A cosa serviva? A cosa è servito? Ci siamo contati, non tutti, ci siamo visti guardati, abbiamo sognato sperando. Per nostra scelta le istituzioni erano assenti, a sponsorizzare invece c’era l’imprenditoria privata, la Filmmaster e la Central, due società che con grande coraggio cercavano nuove frontiere. Ma poco dopo e dopo brevi e sparuti tentativi non successe nulla. Forse era troppo presto forse non insistemmo, forse il tentativo di rivitalizzare un fuoco che si era già spento non ebbe risposte, forse perchè quella china discendente non si fermò proseguendo fino ad oggi.
Ma il riapparire della locandina del “ BRAINSTORM” ci deve spingere a ripartire, rivitalizzare le nuove vie dentro al mercato, incominciare a pensare che sono i sogni e le speranze il vero profitto.
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