Nella creatività le cose più potenti sono la semplicità e la verità. Semplicità nel gesto nella forma nell'immagine, la verità priva di artefatti forte di ciò che stai dicendo senza sotterfugi. Guardavo la campagna fatta dalla regione Toscana, campagna sulla quale sono esplose polemiche a non finire. L'intento era chiaro rendere accettabile e comprensibile la potenza culturale del territorio e aumentare il sogno. Ma il punto è che quando sogni pensi a qualcosa di molto più bello della realtà per cui presupponi che quello che esiste non sia così fantastico. La cultura è il nostro patrimonio, non possiamo averne paura sono le radici è come se volessimo fare un innesto alla pianta di aranci per trasformarla in qualcosa d'altro perché le arance non piacciono a tutti e vogliamo invece creare un frutto globalizzato. No credo che occorre invece essere semplicemente quello che siamo, la consapevolezza della nostra storia senza strafare, perché sono i duemila e più anni di storia e cultura, i nostri veri supporter. Considerate che la regione più famosa al mondo è la Toscana ancora più famosa dell'intero stato italiano. Ci sono parole che sono così entrate nel linguaggio da andare oltre il tempo. Ricordo un giorno che un tal signore di alta personalità mi chiese mentre navigavamo per i canali di Venezia "Perché una società di comunicazione volesse cambiare lo slogan "La natura crea Cirio conserva". Mi sembrava una vera dabbenaggine, anche perché al di là del suo significato, la frase era diventata un refrain un modo di dire era entrata nel linguaggio comune. Così per La Toscana la scritta è più che sufficiente. Come modificare quelle frasi di Dante diventate immortali cercandone un nuovo senso, mi sembra proprio una trovata di basso profilo, un giochino che abbassa, mediante un espediente, la grandezza di questo paese. D'altra parte di stupidaggini ne sto leggendo ad aiosa vedi "Orgoglio Italia" non solo sembra la frase di un agonizzante ma anche dal suono cacofonico, in letteratura l'uso degli aggettivi o degli avverbi va sempre centellinato a volte neppure usato perché denota una mancanza di forza nella parola alla quale è stata affiancata.
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